JESUS CHRIST SUPERSTAR
È il più popolare musical-opera rock al mondo. Dopo aver debuttato a Broadway nel 1971, come prima opera professionistica di Andrew Lloyd Webber, esplose a Londra nel 1972, cambiando l’immagine del musical per sempre.
Da allora, Jesus Christ Superstar è stato rappresentato in decine di paesi nel mondo, compresi Kenya, Messico, Zimbabwe e Israele, e le liriche di Tim Rice sono state tradotte in oltre 10 lingue tra cui tedesco, francese, spagnolo, portoghese, russo, ungherese e giapponese.
Lo spettacolo debutta in Italia il 19 ottobre 2006, al Teatro della Luna di Milano, messo in scena per la prima volta interamente tradotto, nella filosofia della Compagnia della Rancia che, dal 1988, produce i maggiori musical internazionali in versione italiana.
Negli anni ’70 il musical infuocò Broadway e Londra per la sua interpretazione sugli ultimi sette giorni di vita di Gesù di Nazareth: una visione discussa, analizzata e contestata dal punto di vista teologico, ma indiscutibilmente amata dagli appassionati del rock e dai melomani di tutto il mondo. Anche il pubblico italiano può cogliere tutte le sfumature di questa autentica “musicalissima” rievocazione, in un allestimento che vede in scena oltre 20 interpreti e un’orchestra dal vivo, per rivivere le indimenticabili canzoni, diventate autentici cult.
Note di regia
Il musical Jesus Christ Superstar è il racconto degli ultimi giorni della vita di Cristo, in cui al suo progressivo distaccarsi dalla realtà fisica per abbracciare il senso spirituale del suo destino, fa da contraltare la rappresentazione delle sue emozioni in quanto uomo: fragilità, frustrazione, rabbia, paura. La narrazione è arricchita da molteplici punti di vista: quello di Giuda, polemico e pragmatico, quello di Maddalena, innamorata inevitabilmente non corrisposta, quello dei tanti personaggi le cui vite vengono in un modo o nell’altro segnate dall’incontro con il protagonista.
Rispondendo alla domanda “Se Cristo tornasse oggi sulla terra, tra chi nascerebbe?”, in questa versione Jesus vive e opera tra persone relegate ai margini della società, malamente tollerate da chi detiene il potere. In un’insolita e suggestiva cornice scenografica che di volta in volta diviene tempio, mercato, palazzo o prigione, echi e immagini dell’attualità corrente fanno da sfondo a questa storia eterna, che mantiene la sua potenza e il suo significato riaffermando in modo inequivocabile la sua universalità.
Rimane intatta la forza travolgente della musica di Webber, entrata di prepotenza nella memoria collettiva, e il suo potere evocativo ha suggerito una dimensione molto fisica della messinscena: il corpo, centro emotivo e sede dell’anima, diviene protagonista, strumento espressivo attraverso il quale gli attori singolarmente o collettivamente vivono e trasmettono le loro emozioni, in una immedesimazione totale che consente loro un forte potere comunicativo.
Lo spettacolo è stato in scena anche nella stagione 2007/2008